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Le cartellate pugliesi sono dolci tradizionali della Puglia e simbolo del Natale. In dialetto, sono conosciute con vari nomi, a seconda della zona si chiamano “carteddate”, “cartellt”, “carance”, “scarteddate”. L’usanza in Puglia è quella di preparare in famiglia le cartellate e servirle a familiari e ospiti durante le feste natalizie.
Questi dolci tipici pugliesi sono caratterizzati da una forma particolare, circolare e simile ad una rosa. La cartellate hanno una consistenza friabile e croccante, tradizionalmente intrese di vincotto o miele, e a seconda dei gusti decorate con confettini colorati o granella di nocciola.
Le cartellate pugliesi, il dolce tipico del Natale
Le cartellate sono fatte con un impasto di farina, uova, zucchero, vino bianco e olio extravergine d’oliva. L’impasto è steso e tagliato a striscioline sottilissime con la rotella tagliapasta. La preparazione del cartellate richiede manualità e consiste nell’arrotolare le strisce di sfoglia su sé stessa e “pizzicare” i lembi a piccoli intervalli.
Le cartellate devono essere sigillare molto bene durante la fase di avvolgimento per evitare che in cottura si srotolino perdendo la forma. Fritte nell’olio assumono un colore dorato e una superfice con bollicine. Il vincotto deve essere abbondante sulle cartellate in modo da riempire tutte le fossette. Un ottimo vino da abbinare alle cartellate è il moscato da servire ad una temperatura fra i 10 e i 12 gradi.
Cartellate pugliesi, storia e curiosità
Non si conosce il significato della parola cartellate, tuttavia si pensa che potrebbe alludere alla loro forma incartocciata. Le cartellate sono legate alla tradizione cristiana: la forma circolare, fatta da strisce di impasto, ricorderebbe le fasce nelle quali fu avvolto il Bambino Gesù alla nascita o la corona di spine posata sul capo il giorno della sua Crocifissione.
La ricetta ufficiale delle cartellate risale al sedicesimo secolo, secondo alcuni sarebbero da datare addirittura al VI secolo avanti Cristo in quanto raffigurate in una pittura rupestre ritrovata nei pressi di Bari. Il vocabolo “cartellate” è citato, anche in un testo del 1517 riguardante il banchetto nuziale di Bona Sforza, figlia di Isabella d’Aragona. Traviamo il riferimento alle cartellate anche in un documento del 1762 scritto dalle suore benedettine di un convento di Bari.
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